Articolo di Davide Mearelli
Da "Apurimac - La voce delle missioni agostiniane"
www.apurimac.it


E' seduto sulla panca della chiesa di Santa Monica a Roma, vicino al Vaticano. Ha seguito la Santa Messa. Finita la funzione si avvicina a fra' Gennaro, un agostiniano spagnolo che conosce e con cui di solito quando viene, fa quattro chiacchiere.

Gli lascia una busta bianca, già usata ma ancora dignitosa per contenere ciò che serve: 265 euro in contanti, il suo pensiero per il Natale dei bambini dell'Apurimac. Poi come al solito con i suoi abiti pesanti anche per le notti all'aperto, dopo essersi fatto il segno della croce, si allontana per tornare al suo mondo fatto di freddo e umidità d'inverno e caldo e strade deserte della capitale d'estate.

È la storia del buon barbone Natale. Lo chiamerò così, perché non so il suo vero nome. Natale come quel Natale Morea, il barbone che il 14 dicembre del 2004, a Roma salvò da un'aggressione due giovani ragazze, rischiando la vita, perché picchiato selvaggiamente.

È la storia di un piccolo eroe dai gesti normali, per noi - che quando doniamo ai poveri, spesso, ci priviamo del superfluo - ma straordinari per chi offre del suo senza averne, facendo incredibili economie. Natale è un benefattore tra gli "ultimi", quelli di cui di solito parliamo sulla stampa solo quando sono morti in una notte d'inverno in città. Fra Gennaro lo vede ogni tanto quando viene a messa e nella sacrestia della chiesa dell'Ordine di Sant'Agostino, a ridosso della Città del Vaticano, mi dice mentre gli faccio domande, che di solito il "buon barbone" lavora il ferro, quel metallo prezioso raccolto in giro per le strade.

Preso dai cassonetti, gettato da noi distrattamente perché la carrozzina del pupo è un po' superata e ingombrante per il secondo nato o perché quell'ombrello non si apre più facilmente come vogliamo. Ferro che si trasforma in piccoli oggetti, magari "ninnoli del superfluo", che piacciono tanto a noi che amiamo consumare l'inutile e dimenticarci del necessario. Natale li rivende a chi li desidera. Dignitoso nel vestire, di buona cultura, il nostro buon barbone, ha un cuore eccezionale.

Ma spiazza un po' tutti e ci mette in difficoltà. Come si fa ad essere così poveri, senza casa, senza beni e a te? Se nel nostro mondo del libero arbitrio fatto di bene e male esiste la "follia malvagia" che porta morte e distruzione non può non esistere anche la "follia buona" di chi sa aiutare, senza guardare il proprio portafoglio.